Il MiSE pubblica la versione finale del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima. Nel testo integrate le novità del legge di Bilancio e del Dl Clima. Aumenta il target fer termiche e trasporti e si aggiungono le voci “autoconsumo” e “comunità di energia rinnovabile”
Il PNIEC italiano è stato inviato alla Commissione Europea
(Rinnovabili.it) – Fumata bianca per il PNIEC italiano, il Piano Nazionale Integrato Energia Clima. Il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato il testo definitivo sul proprio sito web, dopo aver inviato il documento a Bruxelles. La versione finale riporta diverse modifiche rispetto alla bozza redatta a gennaio 2019. Nel Piano sono state infatti integrate le ultime novità normative italiane e alcune delle indicazioni che la Commissione UE aveva fornito quest’estate al Belpaese. A cominciare da un rialzo (contenuto) degli obiettivi rinnovabili al 2030. Nel complesso si prevede che le green energy contribuiscano al soddisfacimento dei consumi finali lordi totali 2030 con un 30 per cento. Ma mentre la quota di rinnovabili nei consumi elettrici rimane salda al 55 per cento, aumentano invece quelle dei settori riscaldamento e trasporti. Nel dettaglio il testo ufficiale del PNIEC italiano riporta un 33,9 per cento di quota FER nel riscaldamento e raffrescamento (o,9 punti percentuali in più rispetto alla bozza) e un 22 per cento nei consumi dei trasporti (0,4 punti percentuali in più).
In quest’ultimo settore, il Governo rivede al rialzo le sue previsioni in tema veicoli elettrici e ibridi elettrici plug-in (PHEV). “Ci si aspetta una particolare efficacia degli investimenti in questa tipologia di veicoli tra 5-7 anni, con una diffusione complessiva di quasi 6 milioni di veicoli ad alimentazione elettrica al 2030 di cui circa 4 milioni di veicoli elettrici puri“. Il testo riporta anche l’impegno a introdurre quote obbligatorie di veicoli elettrici specificatamente per il trasporto pubblico.
Rimangono fedeli alla prima versione invece i target sull’efficienza energetica. Il PNIEC italiano prevede di perseguire un obiettivo indicativo di riduzione dei consumi al 2030 pari al 43 per cento dell’energia primaria e al 39,7 per cento dell’energia finale (rispetto allo scenario di riferimento PRIMES 2007).
Stesso discorso sul fronte emissioni di gas serra: il documento conferma un target di riduzione 2030 del 33% per tutti i settori che non rientrano nell’ETS comunitario, il mercato del carbonio europeo, ossia trasporti (esclusa l’aviazione), residenziale, terziario, industria non energivora, agricoltura e rifiuti.
Come richiesto dell’esecutivo europeo il Piano Nazionale Energia e Clima approfondisce due temi centrali della trasformazione energetica richiesta dall’UE: autoconsumo e comunità energetiche.
Alcune delle novità in tal senso arriveranno con la Legge di Delegazione Europea 2019, da cui ci si aspetta il riordino e il potenziamento della normativa in materia di configurazioni per favorire l’autoconsumo. In particolare per quello “collettivo”, specialmente nei casi in cui si prediliga l’utilizzo delle reti pubbliche esistenti, lo Stato sta verificando la possibilità d’introdurre forme di sostegno diretto. Non solo. Il Governo sottolinea come si adopererà per evolvere il meccanismo dello scambio sul posto a favore di un premio riconosciuto agli impianti sulla base della quota di energia autoconsumata.
“Allo scopo di evitare inefficienze nello sviluppo della stessa rete, – si legge inoltre nel testo del PNIEC italiano – le comunità di energia rinnovabile saranno promosse prioritariamente valorizzando la rete elettrica esistente e costituiranno strumento, da un lato (anche) per sostenere le economie dei piccoli Comuni, sovente ricchi di risorse rinnovabili, dall’altro per fornire opportunità di produzione e consumo locale di energia rinnovabile anche in quei contesti nei quali l’autoconsumo è tecnicamente difficile”.