Con l’arrivo del freddo più intenso si avvicina il momento, per molti, di programmare l’annuale settimana bianca all’insegna degli sport invernali: tra pendii innevati, caldi rifugi e boschi silenziosi, tutto dispone al contatto con la natura, ma spesso, l’arrivo in montagna di migliaia di sciatori ed escursionisti significa anche un violento impatto ambientale per degli ecosistemi di per sé già estremamente delicati.
Basti pensare alle migliaia di automobili utilizzate per raggiungere le località di montagna o al consumo energetico dei vari impianti di risalita, per non parlare dei materiali utilizzati per la loro realizzazione o ancora allo spreco di acqua ed energia elettrica necessario all’innevamento artificiale: parliamo in questo caso di 4 mila metri cubi d’acqua e 25 mila kWh per ogni ettaro di pista. Cifre che, se moltiplicate per le sole piste sul versante italiano delle Alpi, danno l’assurdo consumo di 95 milioni di metri cubi d’acqua (il corrispettivo del consumo di una città di 1,5 milioni di abitanti) e 600 GWh d’energia l’anno (pari al consumo di 520 mila utenze).
Problemi che afferiscono principalmente alle scelte fatte dalle amministrazioni locali, sulle quali, tuttavia, anche i singoli amanti della montagna possono avere peso, ad esempio scegliendo di praticare sport invernali a basso impatto ambientale.
Se lo sci da discesa resta la disciplina più praticata, è anche la più inquinante. Colpa soprattutto degli impianti di risalita necessari a praticarlo e al consumo energetico da questi prodotto. Una valida alternativa ecologica è lo sci di fondo: meno adrenalinico, ma più affascinante, permette di esplorare lunghissimi tratti di montagna incontaminati e soprattutto non necessita di impianti di risalita. Fattore da non trascurare: lo sci di fondo è tra gli sport invernali più completi a livello fisico.
A completare la scelta eco sostenibile, nel caso si scelga di inforcare gli sci, si potrebbero acquistare sci composti di materiali ecologici, come quelli in fibra di lino, in legno ecosostenibile o materiali riciclati,meglio ancora se trattati con vernici a base acquosa.
Per chi non vuole rinunciare all’adrenalina procurata dalle discese sugli sci, l’alternativa eco è rappresentata dalle fat bike: concepite proprio per terreni a bassa aderenza come la neve e il ghiaccio, le biciclette fat hanno ruota anteriore e posteriore sovradimensionate. L’impressione è quella di guidare una bici da trekking sullo sterrato: l’ideale per chi sulla neve cerca emozioni forti, ma senza pesare sull’ambiente. Per chi non volesse acquistare ex novo una bici fat basta solo adattare la proprio monuntain bike con un “ktrak”, un kit costituito da uno sci da fissare sulla ruota anteriore e un meccanismo da montare su quella posteriore che trasforma la due ruote in una sorta di atipico gatto delle nevi a zero emissioni.
Alternativa più soft, ma decisamente suggestiva, sono le racchette da neve, ormai universalmente note come ciaspole. Metterle ai piedi e passeggiare sul manto innevato dà la sensazione di camminare sulla luna. Le ciaspole aiutano a distribuire il peso della persona su un’ampia superficie così da non affondare anche quando la neve è molto morbida. Grazie alle racchette da neve è possibile quindi fare lunghe passeggiate, scoprire angoli isolati della montagna, lontani dal caos tipico delle piste, senza per questo consumare altra energia che quella del proprio corpo (esattamente come lo sci di fondo, le ciaspolate sono un ottimo metodo di allenamento).
Che fare però quando proprio non si riesce a rinunciare al brivido della discesa con sci o snowboard ai piedi? In questo caso, almeno, è meglio scegliere quelle località che si sono già mosse per rendere più green la nostra settimana bianca. Sono moltissimi ormai le stazioni che adottano soluzioni eco friendly come gl’impianti fotovoltaici per alimentare sistemi di risalita o le pale eoliche per produrre energia in loco.Ma tantissime sono anche le località montane che promuovono la mobilità sostenibile fornendo sconti e agevolazioni per coloro che raggiungono le stazioni sciistiche tramite mezzi condivisi (car pooling) o a basso impatto (treno, bus, navette) o con la propria auto a pieno carico (minimo 4 persone a bordo) come succede in Alto Adige da diverse stagioni, o ancora per chi usa servizi di car sharing per muoversi a fondo valle, il tutto con la ferma convinzione che relax, divertimento e sport di montagna possono davvero diventare un caposaldo della cultura green.