Il testo potrebbe arrivare il 29 marzo in CdM. Tra le novità su cui sta ragionando il governo, superammortamento, contributi ai comuni per lo sviluppo sostenibile e incentivi per la conversione “circolare” delle attività produttive
Decreto Crescita, ecco i capitoli “energia” della bozza targata Mise-Mef
(Rinnovabili.it) – In via di definizione il Decreto Crescita (Dl Crescita), il provvedimento con cui il governo intende “invertire la rotta dell’economia italiana”. L’ultima bozza del testo, redatta dal Ministero dello Sviluppo e da quello delle Finanze, sarebbe dovuta approdare in Consiglio dei Ministri domani, ma dalle ultime indiscrezioni appare sempre più probabile un rinvio.
Allo stato attuale il Decreto Crescita appare in una forma ancora molto provvisoria: 61 articoli divisi in otto capitoli che spaziano dagli interventi fiscali per la crescita economica a quelli per il rilancio degli investimenti privati, passando per la tutela del made in Italy, spesso tuttavia ridotti a poche righe di buone intenzioni.
Tra le misure proposte, ad esempio, diverse riguardano da vicino il settore energetico e della sostenibilità ma in molti casi non si va al di là del titolo, accompagnato dalla dicitura “Testo in corso di elaborazione. Da valutare”.
Cosa prevede la bozza del Dl Crescita?
Tra le misure fiscali fa capolino accanto alla reintroduzione del superammortamento fino al 31 dicembre 2019, appaiono gli incentivi dedicati all’edilizia. È il caso dei contributi proposti per la valorizzazione del mercato immobiliare supportando la demolizione e la ricostruzione di fabbricati preesistenti che versino in stato di elevato degrado. O dell’estensione del sismabonus anche agli edifici nelle zone 2 e 3 di rischio sismico. Novità anche per l’ecobonus della riqualificazione energetica: il testo del Dl Crescita prevede l’equiparazione della posizione delle ESCo a quella del proprietario dell’immobile, prevedendo che dunque che la prima possa divenire direttamente titolare della detrazione.
Uno dei capitoli più articolati riguarda le misure per il rilancio degli investimenti privati. Qui troviamo la proposta di nuovi contributi ai comuni per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile, variabili tra i 60mila e i 150mila euro a seconda del numero di abitanti.
Recita il testo:
“1.Il Ministero dello sviluppo economico procede all’assegnazione automatica, in favore delle amministrazioni comunali, di contributi, nel limite massimo di 600 milioni di euro per l’anno 2019, per la realizzazione di progetti relativi a investimenti nel campo dell’efficientamento energetico e dello sviluppo territoriale sostenibile.
2.I contributi di cui al comma 1 sono destinati a misure di: a) efficientamento energetico, ivi compresi interventi volti all’efficientamento dell’illuminazione pubblica, al risparmio energetico negli edifici di proprietà pubblica o destinati all’uso pubblico, nonché all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili; b) sviluppo territoriale sostenibile, ivi compresi interventi per l’adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale, per l’abbattimento delle barriere architettoniche, nonché progetti in materia di mobilità sostenibile;”
Dello stesso capito fanno parte anche le agevolazioni a sostegno di progetti per la riconversione circolare dei processi produttivi. Il testo, nella sua forma attuale, propone finanziamenti agevolati e contributi diretti per progetti di ricerca e sviluppo nell’ambito dell’utilizzo efficiente delle risorse, del riciclo degli scarti alimentari, per lo smart packaging e per l’uso razionale e la sanificazione dell’acqua.
Fa parte invece del capitolo Semplificazioni l’articolo “Interventi di produzione di energia termica da fonti rinnovabili e di incremento dell’efficienza energetica di piccole dimensioni Conto termico”. In questo caso il Decreto Crescita prevede che gli interventi realizzati su edifici pubblici adibiti ad attività scolastiche accedano a incentivi fino al 100% delle spese ammissibili, proponendo inoltre una revisione delle tempistiche per la “prenotazione” del contributo per garantire un più efficace impiego dello strumento da parte delle PA. Non solo.
Il testo propone anche un incremento dei costi massimi ammissibili per gli interventi di trasformazione degli edifici in NZEB (edifici a energia quasi zero), eliminando il “valore massimo dell’incentivo”.
Si legge ancora nella bozza:
“Per gli interventi di installazione di impianti solari termici di dimensione fino a 100 m2 e di sostituzione di impianti di climatizzazione con apparecchi nuovi di potenza complessiva inferiore a 200 kW, al fine di semplificare gli adempimenti per l’accesso agli incentivi il GSE definisce, in deroga alle previsioni definite dal decreto, la documentazione minima da trasmettere nonché quella da conservare ed effettua verifiche a campione sulla rispondenza ai requisiti previsti per l’