L’appello deciso del Presidente ai partner europei: «Vanno superati vecchi schemi ormai fuori dalla realtà»
ROMA. Un forte appello all’Europa, un caldo incoraggiamento all’Italia. Sergio Mattarella si è rivolto al Paese per trasmettere quel briciolo di ottimismo che la situazione consente. Grazie ai sacrifici di tutti, assicura il presidente in un nuovo messaggio-video, riusciremo senz’altro a venirne fuori, anzi dobbiamo già proiettarci col pensiero al dopo emergenza. Per cui guai a mollare proprio adesso che si cominciano a vedere dei risultati. Nello stesso tempo però Mattarella reclama più solidarietà dal resto del Continente. Senza nuove iniziative comuni, avverte, c’è il concreto rischio che l’Unione vada in briciole. Detto con toni così netti e drammatici da un europeista convinto come lui, non è certo un monito da prendere alla leggera.
Lunga è la lista dei ringraziamenti. Il capo dello Stato distribuisce medaglie a tutti quanti combattono in prima linea: anzitutto i medici e gli infermieri, ma pure gli scienziati, i volontari, le forze dell’ordine, fino a coloro che tengono in piedi le linee alimentari. Mattarella si mostra orgoglioso per la risposta collettiva garantita finora, «oggetto di ammirazione anche all’estero», dove cominciano a prenderci come modello. Ma dietro agli elogi sparsi a piene mani per il senso civico collettivo, si percepisce la vera preoccupazione: il timore che la nostra comunità si perda d’animo a fronte di un’emergenza infinita, e cominci a sfilacciarsi, a smarrirsi. Ecco allora la rassicurazione: nonostante i lutti, «da alcuni giorni vi sono segnali di un rallentamento nella crescita dei nuovi contagi rispetto alle settimane precedenti». Ciò «fa pensare che le misure di contenimento adottate stanno producendo effetti positivi», dunque «si rafforza la necessità di continuare a osservarle scrupolosamente finché sarà necessario». Guai ad abbassare la guardia.
Basta rigorismi ciechi
Gli ultimatum non fanno parte del linguaggio presidenziale. Ma il messaggio inviato alle capitali europee è tutto tranne che conciliante. Mattarella prende atto che finalmente la Bce e la Commissione di Bruxelles stanno facendo la loro parte con «importanti e positive decisioni finanziarie ed economiche, sostenute dal Parlamento europeo». Là ci stanno dando una mano sostanziosa. Viceversa «non l’ha ancora fatto il Consiglio dei capi di governo nazionali», dove ci sono ostacoli e resistenze, come si è visto pure nel summit dell’altro ieri. Il presidente esorta a pazientare ancora un attimo: «Ci si attende che questo avvenga concretamente nei prossimi giorni», precisa delimitando un orizzonte temporale. Ma una cosa è certa: con gli egoismi stavolta non si andrà da nessuna parte. Il castello del rigorismo cieco, difeso da certe cancellerie del Nord, sta crollando sotto i colpi del virus: «Sono indispensabili ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente. Mi auguro che tutti comprendano appieno», scandisce Mattarella, «la gravità della minaccia per l’Europa». Prima che sia «troppo tardi», aggiunge. E «nel comune interesse». Infine l’auspicio che tra le forze politiche italiane maturi un «impegno comune»: richiamo applaudito da destra a sinistra senza distinzione, in una gara che farebbe ben sperare se fosse davvero sincera. —