l comparto rappresenta il 41% dell’energia rinnovabile prodotta nel nostro Paese, secondo uno studio di Althesys presentato al Festival dell’Acqua organizzato da Utilitalia.
Semplicemente ammodernando il parco idroelettrico già esistente si potrebbero ottenere 4,4TWh in più di elettricità rinnovabile l’anno
(Rinnovabili.it) – L’Idroelettrico resta il comparto di rinnovabili trainante in Italia con il 41% della produzione elettrica complessiva: lo conferma il rapporto “Il contributo economico e ambientale dell’idroelettrico italiano” realizzato da Althesys per Utilitalia e presentato nell’ambito del Festival dell’Acqua, in corso fino al 15 Maggio a Bressanone.
I quasi 4.300 impianti idroelettrici italiani producono 46 TWh annui, pari al 16,5% dell’elettricità totale generata nel nostro Paese. Una risorsa energetica e ambientale che impiega quasi 15.300 addetti, di cui il 40% nelle fonti di energia rinnovabile e il 27% nel settore elettrico.
Manutenzione e investimenti restano, però, due nodi cruciali per garantire l’efficienza del settore: secondo il report Althesys – Utilitalia, buona parte degl’impianti idroelettrici italiani ha più di 70 anni e porta addosso gli inevitabili segni del tempo e quelli prodotti dai cambiamenti climatici. Nel periodo 1960-1970, la producibilità del parco impianti toccava quota 3-4 mila ore l’anno, mentre negli ultimi anni si attesta tra le 2,3 e le 2,4 mila ore, soprattutto negli stabilimenti di medio grandi dimensioni.
“Nell’Ambito del Piano nazionale energia e clima il sistema idroelettrico nazionale è destinato a svolgere un ruolo importante – spiega Giordano Colarullo, Direttore Generale di Utilitalia – Ruolo che però si deve accompagnare con il ricorso a idonee strategie di minimizzazione dell’impatto ecologico e di piena compatibilità con gli obiettivi di qualità dei corpi idrici superficiali, anche alla luce delle direttive europee di settore e della valenza multiuso cui si presta in generale la risorsa idrica”.
Lo studio prende in esame alcuni possibili scenari di rinnovamento del comparto idroelettrico italiano: semplicemente ammodernando e svolgendo operazioni di manutenzione dell’attuale parco impianti sarebbe possibile un aumento di potenza di 5.772 MW entro il 2030 da aggiungere agli odierni 18,9 GW. Un efficientamento che si tradurrebbe in +4,4 TWh di produzione elettrica rinnovabile nei prossimi 10 anni senza alcun nuovo impatto ambientale e -2,1 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti entro il 2030.
Consistente anche il riscontro economico e occupazionale dell’investimento sull’attuale parco impianti nazionale: il report stima fino a 684 milioni di euro annui di ricadute economiche e un aumento di 2.100 addetti (di cui 1.265 diretti e 843 nell’indotto).
Benefici che andrebbero a sommarsi a quelli derivati per l’ambiente come la riduzione degli effetti causati da periodi di siccità, il contenimento del rischio idrogeologico, la stabilizzazione delle falde, dell’irrigazione e della pesca.
Mentre sul fronte dell’efficientamento energetico e della produzione di rinnovabili, gli scenari previsti dal rapporto Althesys – Utilitalia permetterebbero una migliore integrazione nel mercato elettrico e nei servizi di rete, maggiore flessibilità, sicurezza del sistema, e capacità di accumulo (fino a 12 TWh all’anno dai pompaggi).
“Nell’ottica di sviluppo e di rinnovamento, quello che serve per valorizzare l’apporto dell’idroelettrico nella politica energetica dell’Italia è una normativa in sinergia con obiettivi energetico-ambientali e scientificamente coerente, la reciprocità della regolazione sulle concessioni tra i diversi Paesi europei e una durata delle concessioni coerente con gli investimenti da realizzare – ha concluso il Dg di Utilitalia, Colarullo – E ancora la valorizzazione di tutti gli aspetti di tutela ambientale derivante dai diversi usi della risorsa idrica, l’adeguamento della normativa nazionale sulla sicurezza all’evoluzione tecnologica e misure atte a garantire la continuità del servizio, dell’occupazione e della sicurezza degli impianti in sede di gara”.