Fca e Peugeot, la fusione può partire: quarti nel mondo e niente chiusure
John Elkann: «Governance e gestione saranno equilibrate». Giuseppe Conte: «Bene lo sviluppo delle auto elettriche»
TORINO. Un matrimonio alla pari per dare alla luce il quarto gruppo automobilistico mondiale. E senza chiudere stabilimenti. Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot Citroen hanno annunciato una fusione che vuole creare un leader mondiale della mobilità sostenibile. Le sinergie annuali a breve termine sono stimate intorno ai 3,7 miliardi di euro. L’ annuncio ufficiale delle nozze, ancora allo studio – il memorandum è atteso entro poche settimane – arriva presto, prima dell’apertura del mercato. La nuova società avrà la sede in Olanda e sarà quotata a Milano, Parigi e Wall Street. «Vedo l’opportunità di creare qualcosa di davvero speciale insieme. Abbiamo lavorato molto per garantire un reale equilibrio nella governance e nella gestione del gruppo che progettiamo», sottolinea John Elkann che sarà presidente del nuovo gruppo (con deleghe operative), mentre Carlos Tavares avrà la carica di amministratore delegato e sarà membro del consiglio di amministrazione.
«Mi sento stimolato e ispirato all’idea di poter lavorare con lui. Questa alleanza cambierà il settore», scrive ai dipendenti di Fca l’amministratore delegato Mike Manley che potrebbe assumere il ruolo di coordinatore delle regioni. I consiglieri saranno undici: 5 nominati da Fca (incluso Elkann) e 5 da Psa (compresi senior independent director e vicepresidente), ma in più ci sarà Tavares che avrà un mandato iniziale di 5 anni. Exor, la holding presieduta da Elkann, avrà il 14,2% della nuova società, mentre i tre attuali azionisti di Psa, la famiglia Peugeot, lo Stato francese e i cinesi di Dongfeng deterranno ciascuno il 5,9%. Per gli attuali azionisti prevede un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro e la partecipazione in Comau. Peugeot darà ai propri azionisti il 46% nella sua Faurecia.
L’andamento dei due titoli in Borsa è opposto: a Piazza Affari brillano Fca che chiude in rialzo dell’8,2% ed Exor (+5,6%), mentre a Parigi è in forte calo Psa (-12,86% a 22,7 euro). Secondo analisti e osservatori, Psa pagherebbe ai soci di Fca un premio sulle quotazioni di Borsa di 6,7 miliardi di euro. Lo calcola Kepler Cheuvreux sulla base del valore di Borsa dei due gruppi martedì, prima che si diffondessero i rumor sulla fusione, al netto del dividendo straordinario di Fca e delle quote di Faurecia e Comau che verranno distribuite ai soci. «Psa – è scritto in un report di Equita – paga un buon premio assicurandosi la maggioranza del board della società post-fusione e la gestione con Tavares». Alla chiusura di martedì Fca valeva circa 18,5 miliardi di euro mentre Peugeot circa 22,6 miliardi. Sottraendo dal gruppo italo-americano i 5,5 miliardi del dividendo straordinario e il valore della quota di Comau, stimata da Kepler in 250 milioni di euro, e da quello francese il valore della quota in Faurecia, pari a 2,7 miliardi, si arriva a una «capitalizzazione di mercato teorica di 20 miliardi» per Peugeot e di «13,25 miliardi» per Fca. Sulla base di questi valori e «senza un premio», agli azionisti di Peugeot sarebbe spettato il 60,15% del nuovo gruppo e a quelli di Fca il 39,85%, anziché il 50% a testa negoziato.
«Questa convergenza crea un significativo valore per tutti gli stakeholder e apre a un futuro brillante per la società risultante dalla fusione», commenta Tavares. In Exor sottolineano i risultati degli ultimi dieci anni: l’occupazione delle tre controllate Fca, Ferrari e Cnh Industrial da 190 mila a oltre 267 mila dipendenti, con ricavi quasi triplicati dai 50 miliardi del 2009 ai 138 del 2018.
In serata la dichiarazione del premier Giuseppe Conte alla Stampa. «Il Presidente Elkann mi ha chiamato e rassicurato sul fatto che il progetto industriale non comporterà nessuna conseguenza negativa per il nostro Paese e che questa è stata, anzi, la premessa della negoziazione. Il progetto porterà alla costituzione di una nuova società che assicurerà continuità aziendale e porterà a economia di scala con risparmio dei progettati investimenti con particolare riguardo allo sviluppo della produzione delle auto elettriche». Significativo il commento del ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire: «Il progetto è una buona notizia per l’industria francese e per l’industria europea, ma la tutela dei posti di lavoro e dei siti industriali resterà la priorità del governo francese». Giudizi positivi dei sindacati italiani, più problematici dai colleghi d’Oltralpe: in particolare per la sede olandese.