Un nuovo studio punta i riflettori dell’assottigliamento della calotta glaciale nel Mare di Ross sudoccidentale e avverte: impossibile fermarlo anche se il cambiamento climatico sarà tenuto sotto controllo
Per studiare l’attuale perdita di ghiaccio in Antartide bisogna guardare al passato
(Rinnovabili.it) – Negli ultimi 40 anni circa, la perdita di ghiaccio in Antartide è aumentata di sei volte. Un processo di fusione accelerato il cui primo responsabile è il riscaldamento oceanico. E se questa non sembrasse già una pessima notizia, gli scienziati climatici della Monash University, in Australia, rincarano la dose: la riduzione dei ghiacci antartici proseguirà senza sosta, qualsiasi siano le politiche ecologiche messe in atto. Il perché è scritto nella storia. Secondo il dottor Richard Jones e Ross Whitmore dell’ateneo australiano, per comprendere il futuro è necessario studiare il passato, dal momento che il periodo delle osservazioni moderne è troppo breve per poter comprendere gli effetti locali e regionali.
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Nella nuova ricerca gli scienziati si concentrano sughiacciai di sbocco antartici – i sistemi che drenano la maggior parte del flusso di ghiaccio della calotta glaciale – e sulla brusca deglaciazione verificatasi nel Medio Olocene. “Il recente passato geologico consente di comprendere il comportamento della calotta su scala centenaria”, scrivono gli autori sulla rivista Geology (testo in inglese). Sfruttando la datazione con radionuclidi cosmogeni al livello del ghiacciaio Mawson, il team ha studiato la perdita di ghiaccio in Antartide, avvenuta circa trai 7.500 e i 4.500 anni fa. I risultati hanno mostrato un’improvvisa perdita di massa di diverse centinaia di metri, verificatasi con velocità e durata simili su più ghiacciai di sbocco, nonostante la complessa topografia del letto.
Se confrontati con i cambiamenti regionali del livello del mare e della temperatura delle acque, i dati indicano che il riscaldamento oceanico molto probabilmente ha causato il ritiro della linea di terra e l’abbassamento del ghiaccio; e quest’ultimo ha poi accelerato a sua volta a causa dell’instabilità della calotta glaciale marina.
“Abbiamo dimostrato che una parte della calotta glaciale antartica ha subito una rapida perdita di ghiaccio nel recente passato geologico”, spiega il professor Andrew Mackintosh, che dirige la School of Earth, Atmosphere and Environment dell’ateneo. “Questa perdita si è verificata a una velocità simile a quella osservata oggi nelle parti in rapido cambiamento dell’Antartide. Ed è stata causata dagli stessi processi alla base del fenomeno attuale e futuro: il riscaldamento dell’oceano, amplificato dai feedback interni”.