La rivista BioScience pubblica l’accorato appello di ricercatori e scienziati che avvertono sui rischi del climate change e si appellano alle forze politiche e alla società civile: “Bisogna agire subito ed in modo concreto”.
In una dichiarazione condivisa, i ricercatori di 153 paesi lanciano un nuovo appello per stimolare la lotta ai cambiamenti climatici
(Rinnovabili.it) – Pubblicata sulla rivista BioScience della Oxford Academy in occasione del 40° anniversario della prima conferenza mondiale sul clima, una dichiarazione condivisa da 11.000 scienziati di 153 nazioni lancia al mondo un avvertimento impossibile da ignorare sui cambiamenti climatici: “dichiariamo chiaramente e inequivocabilmente che il pianeta Terra sta affrontando un’emergenza climatica. Per garantire un futuro sostenibile, dobbiamo cambiare il modo in cui viviamo. Ciò comportaimportanti trasformazioni nel modo in cui la nostra società funziona ed interagisce con gli ecosistemi naturali”.
Gli scienziati affermano che le azioni di contrasto ai cambiamenti climatici più urgenti e necessarie includono un’immediata interruzione della crescita della popolazione, del rilascio di combustibili fossili nel terreno e della deforestazione. A rischio ci sono miliardi di persone, destinate a “patire sofferenze incredibili”, se la situazione non dovesse cambiare subito. Nonostante 40 anni di negoziati globali sul clima, infatti, gli scienziati affermano che “salvo rare eccezioni, abbiamo in gran parte fallito nell’affrontare questa situazione”, evidenziando poco più avanti la criticità dei cambiamenti climatici irreversibili, “potenzialmente responsabili della fine della società e delle economie ed in grado di rendere inabitabili vaste aree della Terra”.
L’avvertimento, spiegano i ricercatori, è stato lanciato al fine di definirne una gamma completa di indicatori vital sign delle cause e degli effetti della disgregazione climatica: “sollecitiamo un uso diffuso di tali ‘segnali vitali’ per consentire ai responsabili politici e alla popolazione di comprendere l’entità della crisi, riallineare le priorità e tenere traccia dei progressi”.
Gli scienziati hanno anche elencato una serie di azioni necessarie e prioritarie, tra cui l’efficientamento energetico e la tassazioni dei combustibili fossili, la stabilizzazione della popolazione globale (attualmente in crescita di 200.000 persone al giorno) attraverso un migliore accesso all’istruzione da parte delle donne, l’interruzione immediata della deforestazione ed il ripristino delle foreste di mangrovie, una netta riduzione del consumo di carne e l’immediata esclusione della crescita del PIL dagli obiettivi economici mondiali e nazionali. “Non è necessario essere uno scienziato per guardare i grafici e rendersi conto che le cose vanno molto male“, ha detto Thomas Newsome, co-autore firmatario e professore all’Università di Sydney.
Ma non tutto è perduto: gli scienziati hanno identificato anche alcuni segnali incoraggianti rispetto alla lotta contro i cambiamenti climatici, tra cui la riduzione dei tassi di natalità globali, l’aumento dell’energia rinnovabile e il disinvestimento dei combustibili fossili. Anche i tassi di distruzione delle foreste, quali ad esempio l’Amazzonia, erano diminuiti, almeno fino a quando hanno ricominciato a crescere con l’elezione di Jair Bolsonaro.
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Un altro segnale positivo riguarda la crescente preoccupazione dimostrata da più parti della società civile nei confronti della crisi climatica, espressa in particolare con scioperi di portata globale e azioni legali intraprese contro i principali responsabili dell’inquinamento. Insistendo sull’obbligo morale degli scienziati di avvisare delle imminenti minacce catastrofiche, William Ripple, professore alla Oregon State University e autore della dichiarazione, ha concluso: “È tempo di andare oltre la semplice ricerca e pubblicazione e di rivolgersi direttamente ai cittadini e ai responsabili delle politiche”.