Entro il 2030 ci troveremo ad affrontare una carenza idrica globale (- 40%), le cause -ormai note- sono lo stress idrico, il riscaldamento globale e l’aumento dei consumi mondiali.
Secondo il Rapporto mondiale delle Nazioni unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2020, circa 4 miliardi di persone nel mondo vivono in condizioni di grave scarsità di acqua per almeno 30 giorni all’anno. Inoltre, l’uso globale dell’acqua è aumentato di 6 volte nell’ultimo secolo e non presenta segnali di arresto, anzi continua a crescere dell’1% ogni anno.
A fronte di questa fotografia tutt’altro che rassicurante, ci sarà poco spazio per aumentare la quantità di acqua utilizzata per l’irrigazione, che attualmente rappresenta circa il 70% di tutti i prelievi di acqua dolce della terra.
Economia e società sono strettamente dipendenti e influenzati da piogge, episodi di siccità e inondazioni. Le inondazioni, gli eventi estremi, tempeste e ondate di calore sono aumentati di oltre il 50% negli ultimi 10 anni a livello mondiale.
Non sarà possibile tornare indietro, ma sarà prerogativa di tutti impegnarsi per un futuro migliore. Un futuro migliore che passerà anche dall’accesso all’acqua potabile per l’uso umano e l’accesso all’acqua dolce, non contaminata, per l’irrigazione dei campi.